Il processo di costruzione di senso (sense-making process)
- Carmelinda Campilongo
- 9 set 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Abstract
Il tema della “costruzione” verrà qui fatto coincidere con il processo generativo di senso con cui ciascun individuo si spiega il mondo, inteso come gli oggetti che lo abitano. In questo lavoro si tenterà di fornire un modello di spiegazione dei processi attraverso cui le persone si raccontano la realtà, partendo da un modello psicodinamico della mente e della relazione, arricchito da principi semiotici e socio-costruttivisti.
La teoria psicodinamica moderna studia i processi di interazione dialettica tra l’intra-psichico e l’inter-psichico, in altre parole il rapporto di scambio tra i movimenti psichici dell'individuo e la sua intersoggettività, ossia la relazione. In psicodinamica quando si parla di investimento dell’oggetto si intende la relazione sia come fine, che come mezzo per raggiungerla; rappresenta ciò a cui ciascuno di noi tende per mantenere una certa omeostasi interna e, se ci pensiamo, è proprio grazie alla relazione che esiste la vita. Infatti il concepimento stesso implica un “due”; nella vita intra-uterina il due è addirittura presente nell’uno.; e dopo la nascita, poi, la relazione si dispiega attraverso gli scambi di interazione precoci con il/la care-giver, che sono pre-simbolici, procedurali e affettivi. Questi daranno vita allo schema di interazione Sé-Altro, e cioè il particolare modo attraverso cui il soggetto si relaziona, cosa si aspetta dall’Altro, se si pensa come degno/a di amore e via dicendo.
La realtà sarebbe dunque rintracciabile a partire dalla continua interazione tra il soggetto e l’ambiente circostante, inteso sia come gli oggetti che lo abitano, sia in termini relazionali. Infatti la costruzione della realtà non sarebbe altro che il frutto di un’attività mentale in cui la stessa percezione sarebbe già interpretazione, in quanto già fortemente influenzata dai sistemi di significato culturalmente impliciti e storicamente dati. Semplificando, la nostra mente presentifica la realtà e lo fa sempre in relazione all’Altro. Si potrebbe addirittura dire che il senso delle cose sta nel prodotto che genera nell’Altro (S. Salvatore).

Le basi intrapsichiche del processo di significazione o sensemaking sono da rintracciare nel pensiero di Matte Blanco, che nella teoria bi-logica assegna all’inconscio il ruolo di una specifica modalità di funzionamento mentale avente, insieme ad altri, due principi fondamentali: quello di generalizzazione e quello di simmetria. Vale a dire che l’inconscio funzionerebbe come un tutto omogeneizzante e generalizzante, in cui sarebbe comunque possibile una differenziazione tra le categorie, ma non all’interno delle stesse. Ne “L’inconscio come sistemi infiniti” sostiene:
<<Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica alla relazione. In altre parole, tratta le relazioni asimmetriche come fossero simmetriche>> (p.44).

Seppur esista una minima possibilità di categorizzazione molto più liquida e dai confini plasmabili, gli elementi all’interno della stessa categoria vengono trattati tutti come simili. Questo significa che per l’inconscio un pinguino equivale a un piccione, ma anche a un uomo in smoking: non esiste differenziazione o contraddizione e tutto è uguale al tutto.
L’affettività è, quindi, intesa come una classe di significato che possiede caratteristiche di assolutizzazione, di generalizzazione e di omogeneizzazione attraverso la quale l’esperienza viene interpretata; per questo prende il nome di “semiosi affettiva” ed è radicata nell’inconscio rappresentando, così, il modo di funzionare della mente (Salvatore & Freda, 2011). L’inconscio, che quindi è pre-simbolico, è la sede dell’affettività.
In questo senso l’inconscio funzionerebbe come l’omogeneità necessaria grazie alla quale è possibile differenziare, cioè suddividere gli oggetti del mondo in categorie. In altre parole, narrare.
<<L’essere umano è continuamente impegnato ad organizzare e costruire la propria esperienza attraverso un processo di narrazione.>>
(Schafer, 1992)
Ogni processo narrativo si dispiega lungo determinati confini intesi come dispositivi semiotici dinamici in grado di mantenere in connessione passato/futuro, dentro/fuori, io/non-io (De Luca Picione & Valsiner, 2017).
Il confine presenta una doppia funzione fondamentale: da un lato mantenere una certa stabilità identitaria, e dall’altro indurre alla trasformazione in seguito a episodi di instabilità che anticipano il cambiamento. Immaginiamolo come un fiume che, scorrendo (narrando), definisce il suo percorso che è il suo letto, ma in seguito a modificazioni può generare nuovi percorsi. Allo stesso modo l’individuo genera narrazioni entro determinati confini, intesi come “qualsiasi distinzione fatta all’interno di un campo omogeneo – sia esso lo spazio, il tempo o la distinzione del Sé dal non-Sé (l’Altro)” (Valsiner, 2017.
In quest’ottica, i confini non sono altro che la “cornice di senso” entro cui sono possibili i discorsi. Da un lato ci definiscono da un punto di vista identitario, dall’altro determinano un processo dinamico in cui è implicato il nostro rapporto con l’Altro. Infatti è impossibile definire il me senza il non-me (De Luca; Valsiner, 2017), nella misura in cui, se mi definisco una persona onesta, lo faccio escludendo l’Altro-disonesto e così via. Oltrepassando questi confini sono possibili altre possibilità narrative; in altre parole, un cambiamento.

Il significato non corrisponde alla realtà, piuttosto ci dice qualcosa rispetto al modo in cui la interpretiamo, attenzionando cosa rendiamo pertinente dell'esperienza soggettiva. (Salvatore et al., 2022). Ad esempio, se io dico che il mare è blu, sto rendendo pertinente il suo colore, trascurando però altre caratteristiche come la profondità, tanto quanto l’emozione che può evocarmi, e così via. Così il significato, che è pre-semantico e denso affettivamente, modula l’esperienza sia del mondo esterno (inteso come spazio fisico e sociale) che del mondo interno (cioè l’esperienza del proprio corpo e dei sentimenti). In questo senso la semiosi, ossia il processo di costruzione di senso (sense-making), sarebbe incarnata (embodied).
Riassumendo, secondo un approccio psicodinamico e socio-costruttivista la realtà non sarebbe altro che il prodotto di un processo di costruzione di senso, con sede nell’inconscio inteso alla Matte Blanco come un particolare tipo di attività mentale. Il processo di costruzione di senso ha come prodotto classi di significato che funzionano come il presupposto di base generalizzato che dà forma all’esperienza, e consente le narrazioni entro determinati confini che sono limite e risorsa per il cambiamento, possibile attraverso l'Altro.
In altre parole la realtà non esiste negli oggetti che costituiscono il mondo, ma negli occhi di chi, già solo percependola, la interpreta secondo principi culturalmente e storicamente dati.
Il senso della significazione è, infine, da attribuire alla presenza dell’Altro; vale a dire che il processo generativo interpretativo è possibile grazie e attraverso la relazione con l’Altro.
Bibliografia
- Matte Blanco – “L’inconscio come sistemi infiniti” - (1981) Einaudi editore
- Schafer, R. (1992). Retelling a life: Narration and dialogue in psychoanalysis. New York, NY, USA: Basic Books.
- De Luca Picione R, Valsiner J. Psychological Functions of Semiotic Borders in Sense-Making: Liminality of Narrative Processes. Eur J Psychol. 2017 Aug 31;13(3):532-547. doi: 10.5964/ejop.v13i3.1136. PMID: 28904600; PMCID: PMC5590535.
- S. Salvatore, M.F. Freda Affect, unconscious and sensemaking. A psychodynamic, semiotic and dialogic model. New Ideas Psychol., 29 (2) (2011), pp. 119-135, 10.1016/j.newideapsych.2010.06.001.
-Tronick, E.Z. (1989) Emotions and emotional communication in infants. American Psychologist, 44(2), 112.
-Salvatore, S., Valsiner, J., Veltri, G.A. (2019). The Theoretical and Methodological Framework. Semiotic Cultural Psychology, Symbolic Universes and Lines of Semiotic Forces. In: Salvatore, S., Fini, V., Mannarini, T., Valsiner, J., Veltri, G. (eds) Symbolic Universes in Time of (Post)Crisis. Culture in Policy Making: The Symbolic Universes of Social Action. Springer, Cham
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